Quaresima 2016 - i volti dei giovani di periferia PDF Stampa E-mail


QUARESIMA 2016 "IL VOLTO MISERICORDIOSO DI DIO"

 

La misericordia di Dio nel volto dei giovani delle periferie


Come missionaria laica partita ventitreenne, posso dire di aver vissuto la mia missione come giovane in mezzo ai giovani. Mi sono occupata in modo speciale di prevenzione di gravidanza in adolescenza e della Casa Aliança: un progetto di animazione, aggregazione e formazione per ragazzi dai 10 ai 18 anni del quartiere Parque de exposição, nella periferia di Picos (Brasile). Luogo noto della nostra missione diocesana, con le sue tante attività pastorali e sociali. Dalla prima volta che ho messo piede nel quartiere sono ormai passati dieci anni. Se ripenso ai ragazzi conosciuti e visti crescere, ripenso a tanta gioia e soddisfazione, così anche ad un po' di delusione e dolore...ripenso a tanta vita piena!
Ho chiesto a due giovani di presentarsi: sono Henrique, ora ventenne, cresciuto praticamente tra le attività dell'Associazione Aliança (prima all'asilo Creche Aliança, poi alla Casa Aliança come ragazzo e in seguito come prezioso volontario) e Amòs, trasferito già sedicenne nel quartiere Parque de exposição e subito entrato come animatore pastorale in parrocchia e volontario alla Casa Aliança. Come loro, sono tanti altri. Ragazzi spesso poveri di beni materiali, la cui vita è stata fin dall'infanzia legata alla ricerca del necessario per vivere, per tenere il passo con il resto dei loro coetanei più abbienti, con un brasile che progrediva senza necessariamente aspettare tutti, anzi... più semplicemente ragazzi di periferia, che portano negli occhi comunque la gioia di vivere. Nonostante tanto, intorno a loro, avrebbe potuto portarli alla rabbia, alla tristezza, ad arrendersi, a scegliere strade facili e rischiose... molti di loro non mancano mai di trasmetterti allegria, entusiasmo, di manifestare altruismo, positività, amore per le persone, speranza e fede in Dio. Un Dio al quale si abbandonano e affidano. Non ho potuto non cogliere in molti di loro il volto misericordioso di Dio, fatto vivo in gesti semplici. Nell'offrire tanto del poco, nel porgere una mano, nel prodigarsi per gli altri, a volte anche per me, e non far mai mancare almeno un sorriso anche in occasioni di estrema difficoltà. Questo è il volto che porterò sempre con me. Il volto di tanti ragazzi e giovani, speranza per il mondo.


Valeria Menta

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Il volto di Henrique, ventenne brasiliano volontario della Casa Aliança

Sono nato e cresciuto nel quartiere Parque de exposição, nella città di Picos (Piauì-Brasile). È un quartiere che non ha mai ricevuto molte attenzioni da parte dell’amministrazione pubblica, diciamo un po’ dimenticato, quindi non è stato molto facile crescervi. Non tanto da bambino, perché come bambino ero spensierato, pensavo solo a giocare, passavo le giornate in strada con il pallone, andavo a scuola. Mia mamma, con molte difficoltà e l’aiuto delle borse di studio italiane, è riuscita a farmi studiare in una scuola elementare privata del quartiere. Da adolescente e poi giovane, tutto è stato più difficile. Ho cominciato a frequentare la scuola pubblica; si trovava in un quartiere vicino, perché le scuole pubbliche del mio quartiere non sono di qualità. Nel quartiere passavo tutto il mio tempo libero; sono cresciuto e partecipando a tante attività della Casa Aliança (progetto ideato e seguito dalla missione piacentina.) Oltre alle materie scolastiche, tutto quello che ho imparato nella vita, l’ho imparato lì. Con molto sforzo e dedizione mi sono laureato e oggi sono sergente dell’esercito brasiliano. Essere giovane oggi non è facile, perché la situazione intorno a noi non è facile. Per riuscire a rimanere concentrati sui propri obiettivi e sui buoni insegnamenti ricevuti, serve molta forza. L’alcol, le droghe e la violenza sono molto più presenti del passato. In ogni angolo c’è un bar, un punto in cui si vende droga, e per questo è molto difficile resistere e darsi una buona direzione come giovani. Tutti noi dobbiamo fare i conti con una pressione molto grande, dobbiamo riuscire a trovare un lavoro per mantenere noi e aiutare le nostre famiglie, e da soli, senza uno studio e qualcuno che ti accompagna, non riesci a crescere e ad andare avanti. Dobbiamo riuscire a tenere duro, soprattutto impegnarci per insegnare una buona direzione ai ragazzi del quartiere più giovani di noi. Io spero di essere un buon esempio, per dimostrare che è possibile.

 

 

2016q amos con ragazziIl volto di Amòs, ventiquattrenne brasiliano novizio nei Salesiani di Don Bosco

Pensando alla mia vita mi viene da dire che ho vissuto tanto in poco tempo. Sono nato e cresciuto nel Piauì, cambiando alcune città. Il mio Stato è di per se una "periferia" rispetto agli altri stati del Brasile; il più povero economicamente ma anche il più cattolico! Quindi, solo per essere nato qui, posso considerarmi un "giovane di periferia". Spesso sono stato considerato con disdegno, preconcetto, subendo umiliazioni solo a causa delle mie origini..essere piauiense mi sembrava da ragazzo quasi una condanna, una sentenza di fallimento nella vita. A volte mi è capitato di chiedere a Dio: "Perché mi hai fatto nascere proprio qui, con tutti i posti che ci sono nel Brasile e nel mondo?". Lo dicevo perché sentivo le fatiche dei più grandi, anche solo per essere considerati come candidati per un posto di lavoro. In realtà, se guardo ora alla mia vita, mi sento molto orgoglioso e realizzato. Ricordo che appena trasferiti nel quartiere di Picos, Parque de exposição, tutti commentavano che il quartiere era violento, pieno di criminali, inoltre, quando le persone si presentavano alle imprese per cercare lavoro e dichiaravano la residenza, erano velocemente escluse da ogni opportunità e impiego...questa era una macchia nera, che mi causava tristezza. Conoscendo il quartiere, niente confermava queste voci. Sì, il quartiere ha come ogni luogo i suoi punti oscuri, ma ho incontrato molta gente accogliente e felice, molti giovani poveri, se consideriamo i beni materiali, ma ricchi nell'anima, ho incontrato una chiesa piena e viva, e un bellissimo progetto chiamato Casa Aliança. Considero per la mia vita un dono, l'essere nato in questa terra che tanto amo e ammiro per la forza della sua gente. Come ogni luogo, questa terra ha le sue difficoltà e alcune persone non molto buone, ma certamente è ricca di gente onesta, lavoratrice, che soffre per raggiungere una propria dignità. Non sarei la stessa persona se non fossi nato qui. Io, i miei fratelli e mia madre, abbiamo sempre lavorato duro, passando per tanti lavoretti siamo riusciti ad accedere all'università pubblica. Io sono diventato avvocato, mentre un mio fratello è poliziotto e un altro infermiere. Da due anni sono pre-novizio della congregazione dei Salesiani di Don Bosco. Tutto questo lo devo a Dio, e a tutte le persone che ho incontrato nella mia vita, oltre alla mia famiglia. Camminando di "periferia in periferia", io mi sento tranquillo e la faccia di Dio, posso dire di averla conosciuta davvero.